mercoledì 19 maggio 2021

«Un MES che ce l'ha fatta?» «No, peggio!»

 

Il grafico è tratto da un articolo del Financial Times del 10 Maggio 2021, Recovery fund set to drive EU rebound, say economists. Notare l'ammontare di prestiti (loans), in rosa.

È stato postato su Twitter in questo veloce scambio di battute (a cui si è ispirato il titolo di questo post):

Il NextGenerationEU è, cito testualmente:

… più di un piano per la ripresa: è un'occasione irripetibile per riemergere dalla pandemia più forti, trasformare le nostre economie e creare opportunità e posti di lavoro per vivere nell'Europa che desideriamo.

Abbiamo tutto ciò che serve per farlo diventare realtà: abbiamo una prospettiva, abbiamo un piano, abbiamo deciso di investire insieme 750 miliardi di euro.

È arrivato il momento di metterci al lavoro per rendere l’Europa più verde, più digitale e più resiliente.

Risorse che verrebbero utilizzate nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR):

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è lo strumento per cogliere la grande occasione del Next Generation EU e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa. Un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e costruire un’Italia nuova, intervenendo sui suoi nodi strutturali e dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali del nostro tempo e del futuro.

Sono andato a scaricare il pdf del PNRR e ad una prima impressione, scorrendolo rapidamente, mi pare un corposo trattato di fuffologia applicata, zeppo di terminologia moderna utile ad impressionare i gonzi e a mascherare la volontà di estinguere la classe media, le PMI e quel residuo di autonomia nazionale che ci era rimasto dal secondo dopoguerra.

Ridicole le "motivazioni" di questa insopprimibile esigenza di sovvenzionare la digitalizzazione anche de l'anima de li mejo mortacci nostri, quando la direzione che hanno impresso al mondo è già quella: il dumb phone è diventato praticamente una protesi universalmente diffusa fra la popolazione, ci sono microprocessori ovunque, nei televisori, nelle auto, negli elettrodomestici, fra poco verranno impiantati anche direttamente nei corpi (se non ci fosse da piangere, si potrebbe ridere ricordando i minchioni che gridavano "Complottisti!" a chi anticipava, con preoccupazione, questo scenario)… e tutti questi dispositivi potranno comunicare fra loro, grazie a 'sta fregola della Internet of Things (IoT).

Anziché sovvenzionare tutta questa paccottiglia tecnologica, una classe dirigente degna di questo nome, che avesse davvero a cuore gli interessi della popolazione, dovrebbe fermarsi un attimo a riflettere se questa roba è davvero utile a migliorarci la vita (cominciando coll'esaminare i pro e i contro delle tecnologie che ne sono già parte), soppesare attentamente i costi e i benefici, anziché accettare acriticamente la modernità (solo i coglioni pensano che la tecnologia sia neutra).

Riguardo l'aspetto ecologico, si dovrebbe partire da una disanima di quanto sono indubbiamente disfunzionali (in prima istanza per l'essere umano stesso) gli attuali sistemi energetico, dei trasporti, abitativo e di produzione del cibo (tutti strettamente intrecciati), per poi esaminare e comparare possibili correzioni, grandi e piccole. Il PNRR è solo una serie di soluzioni impressionistiche, appena abbozzate, che mancano di una spiegazione esauriente del perché adottarle.

Ovviamente non credo che queste gravi lacune, di un piano che dovrebbe decidere del futuro del nostro Paese per i decenni a venire, siano un caso. Cosa verrà davvero fatto, come e perché lo scopriremo solo a posteriori, se non indaghiamo adesso sulle loro reali intenzioni (mi riferisco ai portatori di interesse che hanno piazzato il rettilone a fare il PdC), se li lasceremo fare indisturbati.