sabato 6 settembre 2014

"Lenin, Trotsky, e la libertà dalla tirannia della conoscenza e della ragione", di Fabian Pascal

Come contributo a margine della discussione riguardo il post On the US democracy (for dummies), ampi stralci, tradotti in italiano e con mie annotazioni, tratti da Lenin, Trotsky, and freedom from the tyranny of knowledge and reason, di Fabian Pascal. L'articolo originale, del 23 Luglio 2004, al momento non è più disponibile sul sito di Pascal, Database Debunkings, ma è stato recuperato dalla Wayback Machine presso lo Internet Archive.

Una premessa riguardo il contesto di questo articolo: Pascal sostiene che le aberrazioni che rileva nel settore delle tecnologie dell'informazione (IT - Information Technology), nella fattispecie nell'ambito della gestione dei dati (data management), non sono altro che il risultato di problematiche più generali, a livello di interi sistemi sociali.

Dato che questo contributo riguarda un post di un blog di economia, ho tradotto solo le parti di interesse generale e omesso ciò che entra nello specifico della gestione dei dati.

Ecco le parti tradotte tratte dall'articolo di Pascal:

(Nota bene: the translation that follows is presumed in observance of the fair use doctrine)
[...] In esso [n.d.diBozzi: nell'articolo If You Liked SQL,You'll Love XQUERY] affermo quanto segue:
Quello che è veramente sorprendente non è solo la quasi totale mancanza di conoscenza da parte di professionisti, esperti, e anche di accademici, della storia e dei fondamenti del proprio settore (che non impedisce loro di fare pronunciamenti generalizzati; di ciò persino si vantano; in effetti Unskilled and Unaware of It [n.d.diBozzi: "non qualificati e incosapevoli di esserlo", anche noto come effetto Dunning-Kruger, citato più volte anche su Goofynomics, ad esempio in un mio commento al post A sua insaputa...]). Piuttosto, lo è anche la mancanza della più elementare capacità di ragionamento — confusione, vaghezza, incoerenza e un totale disprezzo per l'evidenza. Nei miei scritti quanto meno mi sforzo di essere logico, e di sostenere le mie argomentazioni o con prove dirette o con riferimenti alle fonti (il lettore è invitato a giudicare fino a che punto ci sono riuscito nel mio articolo in esame). Eppure, in tutta la conversazione su Slashdot il ragionamento e le evidenze a sostegno delle mie argomentazioni sono completamente ignorati, mentre nulla di simile a ciò viene offerto per le argomentazioni contrarie. Eppure sono io quello accusato di affermazioni non dimostrate. Il ragionamento mediocre in un campo fondato sulla logica è allarmante, e di sicuro fornisce ancora un altro motivo per cui il modello relazionale non è stato adeguatamente apprezzato nel settore.
Ho già scritto molte volte su questo argomento generale, ma la conversazione su Slashdot è così atroce che, sfinito come sono, mi sono reso conto che anch'io ho effettivamente sottovalutato il problema. Questo richiede un altro editoriale, quindi andiamo a cominciare.

Un po' di sintesi della mia storia personale è necessaria come contesto.
  • Sono nato in uno degli Stati più ostili del blocco sovietico [n.d.diBozzi: Romania] e ho vissuto —se quella si può chiamare vita— lì fino a quando avevo 13 anni. Quando l'emigrazione è stata consentita, chiunque poteva è fuggito, inclusi i nostri numerosi parenti stretti. Ci sparpagliammo in tutto il mondo e perdemmo i contatti e tutto ciò che avevamo.
  • Sono venuto negli Stati Uniti per studiare con una borsa di studio; mi sono iscritto ad un programma di dottorato di ricerca in scienze politiche, con l'intenzione di perseguire una carriera accademica, e per 15 anni ho studiato, fatto ricerca, insegnato e pubblicato su comportamento e sistemi politici (la mia laurea triennale è in economia, e ho anche ottenuto una laurea in economia aziendale).
Menziono questo per sottolineare che poiché ho davvero vissuto in uno Stato comunista, e studiato scienze politiche, ho una migliore comprensione dei sistemi sociali in generale, e della differenza tra i sistemi sovietico e statunitense, in particolare, rispetto agli ideologi da poltrona statunitensi/occidentali che non hanno né la mia esperienza, né la mia educazione; che si battono il petto in difesa della libertà, all'oscuro del suo vero significato; che non comprendono né il capitalismo, né il comunismo; e che, suppongo, non si sono mai presi la briga di leggere Lenin e Trotsky, ma sono comunque pronti a "lanciare i loro libri" contro quelli con cui essi non possono sostenere alcun significativo argomento intellettuale.

Ciò che mi colpì dopo aver vissuto negli Stati Uniti per un po', fu la somiglianza, ad un livello molto profondo, tra i sistemi statiunitense e sovietico: mentre i mezzi con cui raggiungono i loro obiettivi sono diversi, gli obiettivi stessi sono, a tutti gli effetti, identici: il controllo e lo sfruttamento della popolazione. Entrambi i sistemi indottrinano con la propaganda fin dall'infanzia. Ma poiché il sistema sovietico aveva la coercizione a sua disposizione, la propaganda non aveva bisogno di essere convincente: se sgarravi, il governo ti perseguiva duramente. Ecco perché la propaganda poteva essere sfacciata e assurda, e la popolazione era pienamente consapevole di ciò e non credeva in essa, faceva solo finta. Questo è anche uno dei motivi per cui il sistema sovietico è crollato.

Il sistema statunitense non può usare la coercizione (beh, non a livello sovietico, in ogni caso, ma dal modo in cui stanno andando le cose, dategli tempo), quindi deve fare affidamento esclusivamente sulla propaganda, che deve essere credibile. Ciò significa che deve essere molto sottile e psicologicamente semplice e attraente, più che palese e assurda, essere al tempo stesso discreta ed efficace. Non è un caso che il precursore del marketing e della pubblicità ha origine qui. Se sgarrate, il governo non ha bisogno di perseguirvi: il mondo degli affari, i media, e anche la popolazione stessa lo farà. Non possono incarcervi, torturavi, o farvi sparire (il sistema sta sondando il terreno, però), ma cercheranno di emarginarvi, e rendere molto difficile il funzionare professionalmente e socialmente. E almeno per quanto concerne la popolazione, sono tutori dell'ordine costituito senza rendersene conto. Piuttosto elegante.

Detto altrimenti, sotto il "comunismo" sovietico, tutti dovevano credere senza discussione nel partito, cosa che quasi nessuno faceva; sotto il "capitalismo" US, tutti devono credere senza discussione nel "mercato", cosa che quasi tutti fanno (uso le virgolette, perché nessuno dei due sistemi si avvicina al proprio modello ideale, come invece pretende di fare).

Il settore IT è solo una componente della società e opera all'interno della stessa cultura. Al proprio livello, lo stesso meccanismo è in funzione.

[...]

La conoscenza dei fondamenti e la ragione sono impegnativi e difficili. Disciplinano il ragionamento e limitano la libertà di essere incoerente, vago, confuso; pronunciamenti su questioni non conosciute o comprese sono respinti o ignorati. Il dogma dell'industria/mercato solleva da questa tirannia della conoscenza e della ragione.

[...]

E se pensate che tutto ciò sia limitato ai soli Stati Uniti, non è più questo il caso. (Date un'occhiata a Dumbing Down: Et Tu Europe?) Ecco una e-mail che ho ricevuto dall'Europa:
Le cose stanno peggiorando velocemente, la cosa che maggiormente mi preoccupa è ciò che sta succedendo nel campo dell'istruzione superiore1, che viene riformata per essere "compatibile" con gli "standard" internazionali — in pratica questo significa che il modello americano (bachelors/masters, majors/minors, "crediti" invece di un curriculum, ecc...) è realizzato a livello UE. In realtà, l'Unione europea non ha alcuna autorità/responsabilità sull'educazione. Ma ha una responsabilità sulla "formazione professionale" e cerca di allargarsi all'educazione. D'altra parte, il vero potere nella UE non è con il Parlamento europeo o anche la Commissione europea, ma è del "Consiglio dei ministri" (che possono essere primi ministri, ministri degli affari esteri o dell'educazione come è opportuno per il problema in esame). A livello di ministri dell'istruzione, esiste un accordo denominato "protocollo[sic!] di Bologna", che è una svendita delle università all'industria. Questo va avanti da un bel po' di tempo. Una delle forze motrici dietro a tutto questo è la European Round Table of Industrials[sic!] (ERT - Tavola Rotonda degli Industriali Europei) e un sacco di oscure organizzazioni attorno a loro.

Note

1. Si veda ad esempio: All'ombra della Tavola Rotonda degli industriali - La politica educativa della Commissione Europea, di Nico Hirtt (traduzione a cura di Paola Capozzi)